Avendo due bambine, io, come molti genitori, sono costantemente alle prese con la cinematografia d'animazione. E guardando Luca qualche giorno fa, un bellissimo film della Disney, mi sono chiesta come e quanto noi adulti, sporcati dalle nostre esperienze personali, siamo disposti a uscire dalla nostra zona di comfort.
Nella vita di tutti i giorni ci occupiamo spesso di altre cose, ed è comodo pensare che qualcuno sia interessato a fare affari in settori in cui si ha poca conoscenza e in cui spesso si fanno scelte perché lo si è sentito dire o lo ha detto un amico.
Si è consapevoli di dove si vuole andare? E dei rischi? Ne siamo consapevoli? Che effetto hanno e potrebbero avere sul nostro stato d'animo?
La vita vissuta e i mercati finanziari risiedono sullo stesso piano; se pensate solo ai vostri risparmi e a ciò che vorreste che generassero, ricchezza per voi, per l'università dei vostri figli, per quell'auto che vi piace tanto o per quel viaggio che avete sempre desiderato, allora scoprirete quanto i vostri sforzi e la loro capitalizzazione richiedano un'attenzione ancora maggiore di quella che ci mettete oggi, per raggiungere obiettivi che in un mondo così occidentale sono caratteristici, in qualche modo, dell'essere.
Quindi bisogna sporcarsi le mani, imparare un po', informarsi, uscire da quella zona di comfort che sembra essere il tutto.
Il mercato finanziario è un luogo in cui persone e istituzioni investono in azioni, obbligazioni, valute, materie prime e altri beni. È un luogo in cui i prezzi di queste attività sono determinati dalla domanda e dall'offerta. I rischi che gli investitori devono affrontare possono essere classificati in due tipi: rischio sistematico e rischio non sistematico.
I rischi sistematici sono quelli che riguardano l'intero mercato o l'intera economia. Questi rischi non possono essere evitati o ridotti diversificando gli investimenti tra le diverse classi di attività, ma possono essere limitati con qualche strategia che, tuttavia, appare fuori dagli schemi solo perché insolita.
I rischi non sistematici, invece, sono quelli che non riguardano l'intero mercato o l'economia, ma interessano solo determinate attività o classi di attività. Gli investitori possono ridurre la loro esposizione a questi rischi diversificando i loro investimenti, e possono farlo in diversi modi e strategie.
Una di queste strategie è la diversificazione per classi di attività.
Ma come abbiamo visto, nell'ultimo decennio i cambiamenti macro-sistemici (vedi tapering e iniezioni varie da parte delle banche centrali) hanno annullato quel meccanismo, che solo oggi sta tornando: oro, materie prime, obbligazioni e azioni stavano prendendo e hanno preso strade diverse, sincronizzate con la fase del ciclo economico in cui ci troviamo. Esistono però modi più efficaci per ridurre il rischio, e Taleb lo spiega bene nella sua ennesima opera di merito Antifragile, in cui la convessità può rendere l'incertezza un vero vantaggio. I concetti possono sembrare complessi a prima vista, e se continuano a esserlo anche dopo diverse letture, per fortuna c'è chi si avvicina ai mercati finanziari in modo da sfruttare l'incertezza senza penalizzare la creazione di valore del portafoglio.
I rischi di mercato sono definiti come l'incertezza del rendimento degli investimenti. I mercati finanziari sono in continua evoluzione e, per rimanere competitivi, gli investitori devono essere in grado di gestire i rischi e sfruttare le opportunità che si presentano.
Per gestire i rischi dei mercati finanziari, l'investitore deve avere una chiara comprensione della propria tolleranza al rischio, in modo da poter stabilire aspettative adeguate per se stesso. Inoltre, come già detto, dovrebbe sapere cosa vuole ottenere con i suoi investimenti, in modo da poter prendere decisioni in linea con questo obiettivo. Queste valutazioni vengono fatte raramente e, se fatte, sono molto facilmente disattese. La realtà, come dice Peter Lynch, è che "nei mercati l'organo più importante è lo stomaco, non il cervello". Se si studia la storia, e la storia è una lezione importante, si impara che i mercati scendono, e di molto. La matematica è semplice: in 93 anni, il mercato ha avuto 50 cali 10%, in media una volta ogni due anni, che chiamiamo correzione. Sempre in 93 anni, i mercati hanno subito 15 ribassi superiori a 25%, una volta ogni 6 anni circa, che chiamiamo mercato orso.
Ecco tutto quello che dovete sapere! Dovete sapere che ogni tanto il mercato scende. Se non siete pronti per questo, non dovreste possedere azioni.
Perché allora non pensare a qualcosa che riduca il disagio generale causato da cali improvvisi come quelli a cui stiamo assistendo e che permetta alle persone di rimanere sul mercato senza scappare?